Come aiutare un cane o un gatto anziano?
A cura di dott.ssa Manuela Farabolini
Negli ultimi 25 anni in medicina veterinaria sono avvenuti grandi cambiamenti. Il nostro livello professionale è aumentato, esistono sempre più colleghi specializzati in specifici ambiti , la figura del veterinario tuttologo che cura dalla mucca al cane, passando per le galline fortunatamente è in via di estinzione. La sensibilità verso gli animali è decisamente aumentata, dando a noi medici veterinari la possibilità di investire in mezzi diagnostici e terapeutici all’avanguardia, quasi alla stregua della medicina umana. E‘ stata incentivata la ricerca da parte delle grandi industrie farmaceutiche, dandoci la possibilità di disporre di validi protocolli terapici, anche di fronte a patologie gravi. Nel settore alimentare e nutrizionale sono stati fatti passi da gigante, basti pensare che un tempo gli animali domestici mangiavano solo gli scarti di cucina , di qualunque tipo e quando erano disponibili, altrimenti saltavano il pasto e talvolta anche più di uno. Ora siamo scientificamente preparati noi medici , per poter dare indicazioni dettagliate sul tipo di dieta da seguire a seconda della specie, della età del paziente e della sua attività fisica, mediante l’utilizzo di alimenti freschi cucinati, o diete pronte industriali. Tutto questo tra le tante interessanti conseguenze , ha reso possibile che l’età media dei nostri amici a 4 zampe si sia decisamente allungata. Dagli ultimi sondaggi risulta infatti che il 50% dei cani e dei gatti presenti oggi sul territorio nazionale, superano i 7 anni di età e tra questi il 10% ha già compiuto 12 anni. In ambito medico un cane oltre gli 8 anni viene definito anziano, per un gatto l’asticella è più bassa di un anno ( a causa della sua fragilità renale) e per entrambi si utilizza il termine geriatrico dopo i 12 anni di età. Con il passare del tempo, come per noi umani, tutti gli organi ed apparati, vanno incontro ad un progressivo inarrestabile deterioramento, ma di certo lo stile di vita e l’alimentazione può fare la differenza. Gran parte dei risultati ottenuti in campo umano nel campo dell’antiageing e longevità può essere traslato anche nel mondo della medicina veterinaria. Molti studi ancora purtroppo vengono svolti su cavie animali, quali topi, cani , scimmie etc etc, pertanto il minimo che possiamo fare per ringraziarli di tanto inconsapevole sacrificio è utilizzare i risultati anche a loro favore.
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Cosa possiamo fare per rallentare il processo di invecchiamento?
Per certo un buon consiglio di base è quello di non lasciarlo all’esterno della vostra abitazione, da solo, senza costanti attenzioni, con scarse se non assenti interazioni con voi. La presenza di un umano al suo fianco, è per il cane di grande conforto e stimolo intellettivo. Brevemente sottolineo quanto sia importante che sia il cane che il gatto non più giovani, vengano stimolati, ossia sforzarci e sforzarli ad interagire intellettualmente con l’ambiente circostante e con noi, mediante esercizi attitudinali sempre sulla base del gioco. Questo perché è idea comune che l’anziano a prescindere dalla specie, debba essere lasciato riposare e in pace, senza disturbarlo. Ma non è cos’i , perche il tessuto nervoso non utilizzato, in assenza o scarsa stimolazione, va incontro ad un più rapido invecchiamento ( come per gli umani). Inoltre l’attaccamento alla persona di riferimento, diventa ancor più intenso nel cane, ed in parte anche del gatto, in età anziana così come lo è stato quando era un giovane cucciolo. Quindi la presenza dovrebbe essere assicurata allo stesso modo di prima, se non di più, lasciandolo il meno possibile da solo. Anche l’alimentazione in questa fase della vita ricopre un ruolo importante. Cercate di scegliere una dieta equilibrata e alto valore qualitativo e nutrizionale, specifica per anziani, oramai facilmente reperibili sul mercato. Anche le integrazioni con vitamine, ed in particolare la vit E, gli ac. grassi insaturi e tutti gli antiossidanti a disposizione, possono aiutarlo a mantenersi in forma .
Una buona condizione fisica associata ad un sistema immunitario efficiente, un basso stress ossidativo, un buon stato emotivo, sono sicuramente tutti fattori importanti per la ricetta della longevità. Inevitabilmente però, nonostante tutte le vostre migliori cure, lui invecchierà. Parallelamente alle alterazioni fisiche, si potranno notare alterazioni comportamentali. La disfunzione cognitiva del cane anziano può essere paragonata a quella che nell’uomo è la demenza senile, traducibili negli animali in alterazioni nelle normali attività quotidiane e nelle abitudini : può capitare che faccia fatica a riconoscere situazioni e persone familiari, fino ad arrivare addirittura a problemi di aggressività, oppure di totale smarrimento. Come accade in medicina umana, spesso è difficile distinguere tra modificazioni fisiologiche legate all’invecchiamento e alterazioni patologiche del comportamento . Ad esempio, se un cane docile comincia a diventare aggressivo improvvisamente e costantemente, la causa potrebbe essere l’insorgenza di una patologia neurologica o sistemica e quindi sarà necessario eseguire delle indagini al fine di emettere una diagnosi certa. Se invece un cane anziano, comincia ad abbaiare senza motivo potrebbe essere derivato da uno stato senile, ammesso che non vi siano altre cause esterne scatenanti. In entrambi i casi il consiglio è di rivolgersi al vostro medico veterinario di riferimento. Quando si convive con un animale anziano o geriatrico, in generale è fortemente suggerito cercare di mantenere il più possibile le normali abitudini e la routine quotidiana (ricordiamoci che per loro qualsiasi tipo di cambiamento è spesso fonte di stress) e quindi mantenere costante l’orario dei pasti, non cambiare il posto delle ciotole, della cuccia e qualora vi fossero alcune modifiche indispensabili, andrebbero introdotte il più gradualmente possibile. L’attività fisica ricopre anch’ essa un ruolo importante: si dovrebbe mantenere un certo grado di attività muscolare ma proporzionalmente alle sue condizioni . Ciò detto, in linea molto generale un buon suggerimento è quello di prediligere passeggiate brevi ma frequenti, in modo da mantenere vivo l’interesse del cane nei confronti dell’ambiente esterno, mantenendolo in esercizio, senza richiedere un eccessivo sforzo fisico.
Possiamo di certo migliorare le loro performance , aiutarli a vivere bene e felici, per affrontare al meglio la terza età, ma purtroppo non possiamo cambiare una realtà: i nostri amici cani e gatti non possono vivere tanto a lungo , ed anche quando sono fortunati da poter raggiungere età ragguardevoli ( 20/22 anni), vivranno meno di noi. Chi sceglie di convivere con questi fantastici, impareggiabili amici e compagni di vita, dovrà accettare che potranno camminare al nostro fianco solo per un tratto del viaggio, ed ognuno di loro lascerà ricordi e vuoti incolmabili.
Dedicato ad Ottavio , un persiano bianco che ho adorato per ben 20 lunghi anni.
A cura di dott.ssa Manuela Farabolini